martedì 11 settembre 2018

Siamo di nuovo a casa




Oggi è l'11 settembre, una data che ormai nell'immaginario del nuovo millennio è l'inizio della catastrofe dell'occidente.
Per me invece l'11 settembre sarà la data di una rinascita,
Dopo quasi sei mesi trascorsi tra ospedali e cliniche domani mio marito ritorna a casa.  Acciaccato,  ma vegeto, e per fortuna combattivo.
Oh, lui sembra mite, ma un amico mi diceva di lui che era un mastino. E ha tenuto duro infatti, ha sopportato il dolore, la sfortuna con l'ancora della Bat-ironia. Le sue condizioni, pure in un quadro di fragilità, sono migliorate e con la prospettiva di poter migliorare ancora grazie alla sua vita ritrovata. Cercheremo di instaurare una nuova normalità e sono sicura che ci riusciremo.
Per me sono stati sei mesi trascorsi in un limbo, sospesa.
Il 2018 è un buco nero nella mia vita, un buco nero che si è portato via mio padre e mi ha lasciata con la sensazione, che mi assale soprattutto di notte, di non aver potuto fare abbastanza per lui.
Già, ero la mortadella schiacciata tra i doveri verso il genitore e quelli verso marito e figlo.
Ora sono orfana di una parte di me ed è una privazione dolorosa.
I vecchi danno problemi, sono egoisti, testardi, ma come ci si sente soli quando non ci sono più!
Mio padre era l'ultimo mio argine verso il nulla ed ora che l'argine non c'è più, ho una percezione molto più acuta della mia stessa fragilità.
Non avrò tempo di pensarci, però. Dovrò organizzare una nuova quotidianità. MI rendo conto di avere un'indole organizzativa, e di avere una capacità di mantenere la barra nelle situazioni complicate. Ce la farò anche questa volta, quindi.
Siamo di nuovo a casa