sabato 30 settembre 2017

E' cruda


Ormai sono giunta a cuocere la pasta alla temperatura di fusione del nucleo, scendendo a compromessi sempre più al ribasso col mio gusto e con la tenacia degli alimenti, ma niente.
"E' cruda", mi dice.
E' evidente che si tratta di una scusa, studiata perfidamente - perché i vecchi molto vecchi sono perfidi - per farmi saltare i nervi a fine giornata, quando sono stanca e fragile e magari mi è costata una certa fatica mettere insieme una cena, o per meglio dire almeno tre cene diverse.
  A casa nostra non si mangia proprio male.
Siamo appassionati; mio marito è stato per anni dirigente di Slow Food; io stessa sono nell'associazione dalla sua nascita; ho seguito corsi di cucina, corsi sugli alimenti; ho persino gestito un ristorante; non sono proprio una schiappa.
Non per mio padre.
Nemo propheta in patria

#vitacolpadre99 

😫😫

Coffee time

 - Io: "Il caffè è uscito"
 - Il nonno: "Chi è andato in Egitto?"
 - Mio figlio: "Il caffè, nonno; perciò è così nero"
 - Mio marito: " Il caffè del Faraone"

#vitacolpadre99

venerdì 29 settembre 2017

Venti minuti

"Non mangi?"
"Sono crudi"
"Come sarebbe a dire crudi? Sono spaghettini e te li ho cotti per dieci minuti!"
"Gli spaghettini devono cuocere per venti minuti"
😫😫

#vitacolpadre99

Domiciliazione

Allora, ho ottenuto la domiciliazione sanitaria provvisoria presso il mio domicilio (per un anno) del babbo novantottenne con assegnazione al mio medico di famiglia.

Tutto semplice? Niente affatto, anzi un percorso a ostacoli tra Roma e Torino.

La segretaria del mio medico mi dà infornazioni sommarie; alla mia Asl di riferimento le contraddicono e comunque vogliono una dichiarazione preliminare di revoca (provvisoria?) del medico torinese  ottenuta presso la sua Asl di Torino.
Le Asl da una regione all'altra, come fossero il Nebraska e il Nevada, non si parlano, quindi devo fare tutto io.
Ovviamente a Torino si aspettano che io vada di persona.  Dopo aver spiegato che noi ci troviamo a Roma e il babbo non può viaggiare accettano che invii la documentazione (richiesta di revoca del medico, documento di identità, tessera sanitaria) via fax.

"Come via fax? I fax non esistono praticamente più! Non posso mandare un'email, scansiono i documenti..."
"No, via mail non è è possibile; deve mandare un fax".
"Ma almeno la risposta potete mandarla via mail?"
"Forse, vediamo"
Parto quindi alla ricerca di un negozio che ancora faccia i fax, lo invio e miracolosamente da Torino nel giro di poche ore arriva la email con documento di revoca del medico. Nota di merito per loro.

Torno quindi alla mia Asl di riferimento, non prima di aver ottenuto dal mio medico di famiglia, come richiesto, una dichiarazione dei motivi per cui io chiedo la domiciliazione (come se novantotto anni e sei mesi non fossero una ragione sufficientemente valida a prescindere).
Ho con me la richiesta firmata da mio padre, le fotocopie dei suoi documenti ed anche gli originali, la revoca da Torino, la dichiarazione del mio medico di famiglia disposto a prenderlo in carico.
"Manca la delega"
"Quale delega? Nessuno me lo ha detto. In ogni caso ho la richiesta firmata da mio padrte, ho i suoi documenti..."
"No, ci vuole la sua delega; dobbiamo accertare la sua volontà"
"Allora mi fate il favore di venire a domicilio, come hanno fatto dal Municipio per rilasciargli la carta di identità, perché mio padre è vecchio, non cammina, praticamente non vede ed è chiaro che la delega la farei io stessa".
"Deve tornare"

Esco dalla stanza coi fumi dalle orecchie. Trovo un foglio per le deleghe su un tavolino, lo compilo firmandolo a nome di mio padre, riprendo il numeretto e mi rimetto in coda.
Dopo un quarto d'ora chiamano il mio numero e col mio più bel sorriso rientro. Con la delega.
Non fanno una piega.

Ricapitolando, per spostare il domicilio sanitario dovete:
a) revocare il medico nella città in cui avete la residenza e ottenere un certificato di revoca;
b) richiedere al medico di famiglia una dichiarazione sul perché viene richiesto il cambio di domicilio;
c) recarvi presso la Asl che deve prendervi in carico con i suddetti documenti, la fotocopia di carta di identità e tessera sanitaria e DELEGA DELL'INTERESSATO.
tutto ciò se vivete a Roma e fate capo alla AslRoma2, perché non è affatto detto che da un'altra parte che non sia il Nebraska, per esempio in Arizona, valgano le stesse regole.

giovedì 28 settembre 2017

Quel che è mio è mio, ovunque si trovi

"Domani dobbiamo andare in banca".
"La tua banca è a Torino".
"Che c'entra Torino; ho il conto alla Cassa di Risparmio di Roseto".
"A Roseto la banca è il Banco di Napoli; tu non hai conti al Banco di Napoli e comunque ti trovi a Roma".
"Ma che sciocchezze dici? Vai a dormire, se ne parla domani".
" :-/ "
#vitacolpadre99

Le Mortadelle

Un tempo noi eravamo i vecchi.
Sessant'anni...un traguardo mica per tutti.
Oggi la vita si è allungata; i novantenni in buona salute sono molti e i centenari non fanno più notizia. Noi sessantenni quindi da vecchi siamo declassati a maturi; molti poi si ritengono addirittura giovani; quest'epoca giovanilista rifiuta il concetto di vecchiaia e ci vuole tutti attivi, lavorativi, vivaci sessualmente e addirittura procreativi a sessant'anni.



Peccato che la biologia abbia i suoi tempi che sono più lenti di quel che la società attuale vorrebbe.
Noi donne a sessant'anni siamo mediamente in menopausa da una decina d'anni, il che significa che siamo più fragili fisicamente e psicologicamente, che abbiamo il desiderio di ripiegarci un po' su noi stesse, dedicarci tempo e pensieri, ma questo tempo per noi, questa stanza mentale tutta per noi spesso non l'abbiamo perché impegnate in un lavoro di cura in due direzioni, verso i figli e verso i genitori.
I figli hanno i loro egoismi giovanili, presi come sono dalle loro attività, sono come trottole che passano ogni tanto per casa per lasciare biancheria sporca e svuotare il frigo.
I vecchi ultranovantenni, spesso in buona salute (ma ciò nonostante bisognosi di molta cura quotidiana), hanno il loro egoismo senile che li rende sordi e ciechi ad ogni altra esigenza che non sia la loro e si impegnano anima a corpo a complicarci la vita con paturnie e capricci.
Noi in mezzo, tra lavatrici, piatti, cucina, mentre vorremmo solo digiunare raggomitolate in un angolo col libro che dobbiamo finire da mesi.

mercoledì 27 settembre 2017

Logica stringente

"A Roseto fa già freddo"
"Chi è andato a Rieti?"
"A Rieti?"
"Qualcuno sarà andato per sapere che è freddo"
Morale:
Quando sei sordo devi avere una logica stringente.
#vitacolpadre99
Eccoci, avanti con gli anni, con figli poco più che adolescenti e genitori e suoceri ultranovantenni.
Una generazione che per la prima volta deve gestire contemporaneamente le ansie giovanili dei figli e le paturnie senili dei genitori, schiacciate in mezzo come fettine di mortadella.











Ecco, noi siamo le Mortadelle