martedì 11 settembre 2018

Siamo di nuovo a casa




Oggi è l'11 settembre, una data che ormai nell'immaginario del nuovo millennio è l'inizio della catastrofe dell'occidente.
Per me invece l'11 settembre sarà la data di una rinascita,
Dopo quasi sei mesi trascorsi tra ospedali e cliniche domani mio marito ritorna a casa.  Acciaccato,  ma vegeto, e per fortuna combattivo.
Oh, lui sembra mite, ma un amico mi diceva di lui che era un mastino. E ha tenuto duro infatti, ha sopportato il dolore, la sfortuna con l'ancora della Bat-ironia. Le sue condizioni, pure in un quadro di fragilità, sono migliorate e con la prospettiva di poter migliorare ancora grazie alla sua vita ritrovata. Cercheremo di instaurare una nuova normalità e sono sicura che ci riusciremo.
Per me sono stati sei mesi trascorsi in un limbo, sospesa.
Il 2018 è un buco nero nella mia vita, un buco nero che si è portato via mio padre e mi ha lasciata con la sensazione, che mi assale soprattutto di notte, di non aver potuto fare abbastanza per lui.
Già, ero la mortadella schiacciata tra i doveri verso il genitore e quelli verso marito e figlo.
Ora sono orfana di una parte di me ed è una privazione dolorosa.
I vecchi danno problemi, sono egoisti, testardi, ma come ci si sente soli quando non ci sono più!
Mio padre era l'ultimo mio argine verso il nulla ed ora che l'argine non c'è più, ho una percezione molto più acuta della mia stessa fragilità.
Non avrò tempo di pensarci, però. Dovrò organizzare una nuova quotidianità. MI rendo conto di avere un'indole organizzativa, e di avere una capacità di mantenere la barra nelle situazioni complicate. Ce la farò anche questa volta, quindi.
Siamo di nuovo a casa

mercoledì 14 marzo 2018

Delega

Ogni volta che mi confronto con la burocrazia di questo paese mi viene in mente il noto schema di Cipolla:


   Orbene, io ammetto di essere distratta ed anche, ça va sans dire, trafelata, ma la burocrazia lavora contro di me.

   Stamane, come accade spesso mi sono svegliata alle 6.45; ho fatto il caffè, portato la colazione al figliolo, doccia, trucco...
"Esci, mamma? Mi daresti un passaggio alla metro?"
"Sì, fammi solo preparare la colazione al nonno".

   Nutrito il nonno, prendo la lista e le borse della spesa, la spazzatura, le chiavi...Usciamo di corsa.
Lascio mio figlio alla metro, mi dirigo verso la Asl per una via diversa da quella nota, trovo una strada sbarrata; ne imbocco un'altra: senza uscita; inversione e prendo il flusso principale che mi porta a destinazione. Non sapendo dove andare mi dirigo alle informazioni.

"Scusi, ho bisogno di una dichiarazione - non per me, per mio marito - di iscrizione al servizio sanitario nazionale."
"Deve andare al Cup del CTO, il palazzo di fronte. chieda alle informazioni"
.........
"Scusi, bla bla bla..."
"Mah, non hanno mai chiesto niente del genere, provi a prendere la lettera F e chieda allo sportello"

   Lettera F...N° 32....attendo.... ecco, 32!

"Scusi, mi servirebbe bla bla bla... "
"Per cosa le serve?"
"Bella domanda! Me lo ha chiesto un notaio francese per una questione fiscale. Guardi, mi ha mandato questo modello dimostrativo.."
"Ma è di Treviso"
"Lo so, è solo un modello dimostrativo per farmi capire quel che vogliono. Mio cognato, a cui pure è stato richiesto, dalla sua ASL ha ottenuto questo."
"Ah...tic tic tic... via dei Pinco Palli... deve andare alla Asl Roma A."
"Non ci siamo capiti; quello è di mio cognato che abita a San Lorenzo; mio marito abita qui, quindi Roma C: VOI!
"Mumble mumble....bah, non capisco, in ogni caso ci vuole la delega di suo marito."
"Abbia pietà, mio marito non può venire, io distrattamente nella fretta non ho pensato a prendere neppure la sua tessera sanitaria... Le dò il mio documento!"
"Non posso rilasciare una dichiarazione di iscrizione al servizio sanitario a Lei, non so chi sia e perché lo vuole!"
"Sono la moglie, è scritto pure sul mio documento! E del resto, mi scusi, secondo Lei io che ci devo fare con il documento di iscrizione al servizio sanitario di mio marito? Una rapina in banca?"
"Non mi interessa"
"Andate a farvi fottere!"

   No, non mi dite nulla, lo so, ci voleva la delega, ma porca miseria, possibile che la nostra burocrazia ci tratti tutti come delinquenti e deficienti? Non ho chiesto dati sensibili, ho richiesto qualcosa che è publico e di nessun valore: l'iscrizione al servizio sanitario nazionale. Che poi sia una follia da parte del fisco francese averlo richiesto è un altro capitolo...


lunedì 5 marzo 2018

Favoletta

 C’era una volta…

C’era una volta una grande azienda, con tanti dipendenti. All’ora di pranzo, si ritrovavano tutti per la pausa alla mensa aziendale, situata nel sottoscala. La qualità del cibo non era mai stata eccelsa, ma per lungo tempo non aveva destato serie lamentele. Ma nel corso degli anni si era andata via via degradando, e negli ultimi tempi non si riusciva ad avere altro che un piatto unico di cavolo caldo, francamente disgustoso ed indigeribile. Il malcontento serpeggiava, unanime, dai carnivori ai vegetariani, accomunando gourmet e gente di bocca buona. Un giorno, al momento del rinnovo del contratto per la gestione della mensa, si presentò un nuovo fornitore con una offerta che galvanizzò gli animi:
“E’ ora di finirla con questa porcheria del cavolo caldo (su cui tra l’altro la gestione precedente ha fatto lucrosi guadagni e sporchi intrallazzi)! Noi vi portiamo il nuovo! Stesso prezzo per un abbondante piatto unico, ma altra qualità! Con noi, mangerete ben altro!”
E mostrarono il nuovo piatto unico: una fumigante scodella di merda.
I dipendenti si divisero in due gruppi: chi vedeva finalmente la possibilità di cambiamento, e chi storceva il naso (è il caso di dirlo).
“Scusate ragazzi, ma questa sembra proprio merda”, dicevano gli uni.
“Siete vecchi e attaccati alle consuetudini (e magari fate pure affari di nascosto col vecchio fornitore); non è corretto dire che sia merda prima di averla assaggiata. Proviamola, sarà sempre meglio di quello che c’era prima”, rispondevano i portatori del nuovo che avanza.
“Veramente, non pare ci sia bisogno di assaggiarla per sapere di che si tratta. Basta annusarla; è merda. E allora è meno peggio il cavolo caldo”.
“Basta con questa logica del meno peggio. Proviamo il nuovo, sarà sempre meglio”. 
La scelta fu messa ai voti: a larga maggioranza, tra inni al cambiamento e sfottò per l’immobilismo conservatore dei cavolocaldi, si decise di provare la novità. Anche la direzione subì il contraccolpo, e alla testa dell’azienda i favorevoli alla nuova gestione soppiantarono la vecchia guardia.
Così, per lungo tempo (la storia, purtroppo, non dice quanto lungo) i dipendenti della grande azienda mangiarono merda. 
Quelli che avevano votato a favore del nuovo si consolavano pensando ai tempi del cavolo caldo, che veramente era una porcheria, e intanto trangugiavano il nuovo prodotto.
Quelli che avrebbero preferito il cavolo caldo alla merda cambiarono azienda appena possibile.
Nel giro di breve tempo l’azienda si trovò completamente nella merda. I dirigenti dissero che la colpa era di quelli che non avevano a suo tempo saputo produrre niente di meglio del cavolo caldo.
E continuarono a mangiare patè de foie gras e bere champagne nel ristorante sulla terrazza riservato ai funzionari e ai manager.

La morale non c’è – o se c’è, trovatevecela.

sabato 3 marzo 2018

Marzolino

   Assistere al decadimento fisico e mentale dei vecchi è spiazzante.
Io mi sento totalmente impotente.



   Ho a che fare con un padre che fino ai novantadue-novantatré anni era lucidissimo, attivo, informato, partecipe della vita della famiglia, soprattutto in complicità col nipote amato. Un uomo che per tutta la sua vita ha dimostrato vent'anni di meno, ha fatto sport, si è mantenuto in attività. un punto di riferimento per la sua calma, la sua ponderazione.
   Non saprei dire quando il decadimento sia iniziato, forse in un periodo di forzata inattività a causa di artrosi, sta di fatto che appena ha smesso le sue passeggiatine quotidiane o anche solo la cyclette, ha iniziato pian piano a impigrirsi di fisico, ma soprattutto di mente; ha smesso di leggere il giornale, ha preso a dormire molto.
Depressione senile, si dirà. Infatti abbiamo tentato con gli antidepressivi, ma dopo alcuni mesi senza risultato alcuno li abbiamo gradualmente eliminati. E piano piano ha cominciato a rifiutare un numero via via maggiore di alimenti o semplicemente a impuntarsi a non voler mangiare. Siamo arrivati al monocibo - broccoletti - ma ora da qualche giorno sembra non apprezzare più neanche quelli. Se non fosse per il latte rinforzato con integratori della mattina e della sera non mangerebbe nulla. Non si capisce se per una sorta di capriccio marzolino, o altro. Temo che arriveremo alle flebo. Nel frattempo non si capisce quanto sia lucido. Sembra presente e abbastanza lucido, ma le sinapsi se ne sono andate e gli impediscono di collegare tra loro due semplici pensieri:

"Non capisco come ho fatto a ridurmi così"
"Papà, ma ti rendi conto che non mangi niente?"
"Come non mangio niente? Io mangio!"
"Sì. vabbè".

   Confesso che mi riesce ogni giorno più difficile gestire con serenità la situazione. Quando c'è un coinvolgimento emotivo è difficile rimanere distaccati e sereni. Ricordando l'uomo che era, mi pare impossibile che sia arrivato a questo punto, mi fa rabbia, vorrei scrollarlo e cerco di stimolarlo, talvolta anche in maniera sbrigativa, poi mi pento e penso che le sue vecchie ossa debbano pesargli moltissimo. I suoi gesti infatti sono lentissimi. Allora tento le vie dolci: il pediluvio, le creme, la barba i capelli. Lo osservo. E' distaccato da tutto, vive in una sua bolla inattaccabile.
E forse è meglio così

#vitacolpadre99

domenica 18 febbraio 2018

Talebano del ...cavolo



"Eh, brutta la vecchiaia, non riesco più a muovermi. Vabbè che ho centodieci anni, ma fino a qualche giorno fa, prima di venire qui, stavo bene"

"Allora, con ordine: di anni ne avrai 99 il venticinque aprile"

"Perché?"

"Perché sei del 1919 e non del 1908" Poi i 'pochi giorni fa' sono almeno 4 anni, durante i quali non ti sei mosso da Roma se non con me, perché non sei in grado di farlo da solo"

"Ma cosa dici? Quindici giorni fa sono venuto qui!"

"Da dove?"

"Ecchenesò!

"Vieni a mangiare, va!.....

......"Cos'hai preparato? Ah, semolino!"

"Non è semolino. E' polenta con le salsicce. La mangi anche tu?"

"No."

"Spezzatino coi piselli manco te lo propongo..."

"Figurati!"

"Ci sarebbe il solto cavolo, cioè broccolo"

"Si, mangio quello"

"Lo dici tu al medico che mi ha consigliato di darti cose sostanziose tipo polenta col ragù che a centodieci anni non accetti consigli?"

#vitacolpadre99





sabato 10 febbraio 2018

Eccheccozza!



   Pensavate che scherzassi, vero? E invece no. 
Oggi alle sette e mezza mio marito era al mercato, dove abbiamo il nostro macellaio di fiducia con carne italiana molto buona, in teoria a prendere il lacerto per fare una genovese, salsa napoletana, tradizione di famiglia.
   "Prendo anche del pesce per fare un risotto?"
   "NO!!! Non mi va, facciamo piuttosto una pasta con le cozze"
Ben sapendo che per fare un risotto metterebbe in campo fumetti, intingoli, innumerevoli recipienti, ecc. propendo per la semplicità. Illusa.
Alle 9.30 le cozze sono già pulite e aperte mentre da parte sta per partire il fumetto.
   "Ma non si era detto pasta con le cozze?"
   "Sì, ma ho preso anche due cicale (circa un chilo) per fare un fumetto"
  "No, scusa non possiamo tenere da parte il chilo di cicale per altri usi e oggi mangiamo una semplice pasta con le cozze?"

Abbiamo raggiunto un compromesso: sono state messe da parte le cicale tranne quattro o cinque con cui alla fine ha dovuto fare un fumetto, perché non sia mai detto che un piatto cucinato da lui possa essere semplice. E ormai sicuro di averla spuntata fa comparire anche un calamaro.
Non vi avevo detto che per meno di tre ingredienti non si mette in cucina?




Oggi tuttavia è sabato, non ho nessuna voglia di mettermi in cucina, sicché mi va bene tutto, il fumetto, i gusci di cozze abbandonati sul piano di cucina, le apparizioni di calamari, i recipienti sparsi ovunque.
Io mi metto a studiare il copione.

#vitacolmarito66

mercoledì 7 febbraio 2018

Manco p' o c...o



   Da qualche tempo non amo più tanto la pasta come un tempo e prediligo le minestre. 
Da un po' avevo in mente di fare una minestra di verza e fagioli e poi, qualche giorno fa, parlando al telefono con una cugina, mi dice che si appresta a cucinarla. Mi ha stuzzicata ed ecco qua: minestra di verza e fagioli del purgatorio con un po' di guanciale e parmigiano.
   Naturalmente l'abbiamo mangiata io e mio marito; mio figlio ha voluto un hamburger con le patate e mio padre... 
...devo dirvelo? 
'Interrogato qualora volesse casomai assaggiare la buona minestra campagnola di verza con fagioli e parmigiano in sostituzione dei pur presenti broccoletti rispose': 
"Manco p' o cazzo" (cit.).

#vitacolpadre99




martedì 6 febbraio 2018

Felpata


Stasera vellutata di porri e patate con zafferano e crostini fritti. Ma che dico vellutata: felpata!
Nella stagione dei porri la faccio abbastanza spesso perché soprattutto mio figlio la richiede.

Mio padre?
Potrebbe prenderla con un po' di parmigiano; sarebbe ottima, niente da masticare, gradevole, per uno che sostiene che gli piacciano tutte le verdure, il massimo.

E invece no. Non avendo il coraggio di dire che è cruda, glissa.
M io lo so. Ci sono sempre i broccoletti di scorta.

Ormai li detesto!

#vitacolpadre99

sabato 3 febbraio 2018

Per me pari sono


D'inverno mi piace fare fresche insalate d'arance e mangiarle come antipasto. Questa sera a seguire una zuppa di legumi e cereali misti che io adoro e piacciono molto anche a mio marito e a mio figlio.
Sul papà, chi segue questo blog sa già che... risotto o orzotto...


questa o quellaaaa per lui pari so-oo-o-no  🎼🎼🎼




#vitacolpadre99

mercoledì 31 gennaio 2018

Stufato



   Con un'azione di forza riesco a farlo alzare dal letto alle 21.00.
Oggi non è proprio uscito dal letto; ha preso la prima colazione e si è ributtato sotto le coperte.

"Cos'hai, non ti senti bene?"

"Non mi sento niente"

"E allora perché non vieni in soggiorno?"

"Qui o lì cosa cambia?"

"Cambia che ci siamo noi, c'è la televisione e poi devi muoverti; è assolutamente indispensabile"

"Ora mi alzo"...... ma non si è alzato....

   A colazione non ha voluto niente e così alle 16.00, sempre a letto, gli ho portato un caffè con due merendine di pan di Spagna e frutta di cui è ghiotto, con la speranza di farlo alzare: macché; si è ributtato sotto le coperte.
   All'ora di cena, dopo essere stato a più riprese informato sul menù ed essere stato rassicurato sulla inevitabile presenza dei broccoletti, con tuuuuuutta caaaaaaalma si è alzato e vestito e si è presentato a tavola mentre mettevo nei nostri piatti i carciofi stufati con patate (piatto che tra parentesi gli farebbe benissimo, perché il cuore dei carciofi è gustoso e si scioglie in bocca e le patate stufate e morbide) e con aria, appunto, "stufata" sedendosi dice:

"A me non ne mettere, perché non ho fame!"

Io, nonostante conosca ormai bene il repertorio e le sue varianti, non posso fare a meno di avere un moto di stizza a mia volta e gli strillo:

"Non mi prendere per i fondelli; non è che non hai fame; è che non vuoi i carciofi!"

Si rassicura quando vede comparire la pasta coi broccoletti e ne mangia un piatto adeguato.

"Che vino è questo?"

"E' Coca Cola (a cui chiederò a questo punto di sponsorizzarmi il blog!)

"Ah, è buono"......

......
"Si può avere ancora un po' di quel vino?

Io mi faccio un caffè, perché è certo che prima delle 3.00 non riesco a riportarlo a letto

#vitacolpadre99



martedì 30 gennaio 2018

Dacci oggi la nostra Brocco-Cola quotidiana




"Cacio e pepe?"

"Ma che dici?"

"Tranquillo, non ti preoccupare...non ti farò mancare la tua droga quotidiana: pasta e broccoletti e Coca Cola"
..............

"si può avere ancora un po' di questo vino?"

"......."

#vitacolpadre99


lunedì 29 gennaio 2018

Io, giuro, sbrocco...lo!















"Sù, papà, esci da questa stanza, vieni a mangiare."

"No, non ho fame."

"Come sarebbe a dire non ho fame? Ti ho già fatto la pasta coi broccoletti!"

"Dov'è la mia maglia?"

#vitacolpadre99

sabato 27 gennaio 2018

De-cima-to (di rapa)

    Oggi, come spesso accade il sabato, mio marito è andato presto al mercato e ha preso il pesce per fare un risotto ai frutti di mare. Con tutta calma ha fatto il brodo di pesce, un fumetto, un intingolo con cozze, calamari, canocchie, seppie, gamberi, il tutto mentre mio padre se ne rimane nella sua stanza, ignorando il mondo intorno.
 
     So che a lui non piace il pesce, o meglio non gli piaceva quando era lucido e presente; ora mette anche il pesce nella lista in cui sta tutto ciò che non è cima di rapa. Ad ogni buon conto, quando il risotto è quasi pronto e la sua pasta con le cime di rapa pure, lo chiamo in camera e lui naturalmente deve andare in bagno. Comincio a servire il nostro risotto e lui arriva, guarda nei piatti e con aria tra il contrariato, lo schifato e lo sgodevole dice:

"Ah, a me non mettere niente; non ho fame".

A quel punto faccio fatica a tenere i nervi a posto, vuoi per la malagrazia con cui comunica, vuoi per le mie anche doloranti, vuoi perché da mesi ormai io cucino a parte per lui e so benissimo cosa non mangia, ma non se ne dà per inteso. Almeno, nel giorno della memoria, si ricordasse ciò che mangiava nel campo di prigionia... ma no, lui no, deve far la vittima, si atteggia oggi a deportato a cui viene propinato a tradimento un misero e abominevole risotto ai frutti di mare o un piatto di gnocchi al ragù o di polenta con salsicce o un gattò di patate o uno sformato di ricotta al posto di un agognato tozzo di pane duro e due patate lesse, o piuttosto cime di rapa.
Cime di rapa quando va bene. Sennò stizzito non mangia affatto.
So che non lo fa apposta, conto fino a dieci e sto zitta. Perché se lo facesse anche apposta, giuro, lo attaccherei al muro.

#vitacolpadre99


giovedì 25 gennaio 2018

A dura prova

I vecchi, diciamolo, sanno rendersi insopportabili.
I loro non sono i capricci teneri che si perdonano alla freschezza dei bambini.
Sono impuntature inspiegabili, stizzose, antipatiche, stantie, incartapecorite.
I vecchi ci mettono alla prova, tastano fin dove possiamo sopportare e mettono un grande impegno nel far saltare i nervi a chi con mille attenzioni si prende cura di loro, magari con condizioni di salute non ottimali (ma questo a loro non interessa punto), forse per stizza verso la vita che se ne va.
Sarà la vecchiaia che incattivisce, che trasforma il carattere verso il peggio, ma è difficile amarli, lo confesso.
E quel che si fa, si fa per senso del dovere, perché ci hanno messo al mondo e abbiamo degli obblighi, si fa per compassione filiale, ma, devo dirlo, essi ci mettono a dura prova.

martedì 23 gennaio 2018

Senza deroghe

"Papà, stasera minestrone di verdure: l'ho fatto con cura; ci ho messo bieta, carote, sedano, verza, broccolo romano, zucca, patate, cipolle, pomodorini..."

"A me piacciono tutte le verdure"

"Allora lo mangi a pezzi o passato?"

"Ci sono le cime di rapa?"

"No, le cime di rapa nel minestrone non ci vanno...
 ma te le ho fatte da parte"

"Ah, mbè!"

#vitacolpadre99


domenica 21 gennaio 2018

Confine








Vivo con l’animo
di chi accompagni
i suoi passi sulla linea
di un confine sottile e 
che ad ogni passo 
incerto si possa 
sconfinare nel nulla

sabato 20 gennaio 2018

Salviamo Roseto Val Fortore dal dissesto idrogeologico

Roseto è il paese dei miei genitori e della mia prima infanzia, il luogo che mi fa dire ogni volta che ci vado: "al mondo c'è un posto dove sei al tuo posto".

Roseto è per me qualcosa che esula da un luogo geografico, è il mio radicamento più profondo, il mio luogo dell'anima, del mito, appena un po' più su delle mie amate Langhe; vorrei che rimanesse immutato nella sua poesia e come me sono tanti altri a volerlo.
E' questa la ragione del mio appello accorato.



https://www.change.org/p/salviamo-roseto-val-fortore-dal-dissesto-idrogeologico

Salviamo Roseto Val Fortore dal dissesto idrogeologico - Save Roseto, a jewel of Daunia

Le strade che conducono a Roseto Valfortore sono da decenni in condizioni al limite della percorribilità e su talune viaggiano anche autobus di linea che le percorrono in condizioni di mancanza di sicurezza.
La strada tra Roseto ed Alberona, unico collegamento del paese col resto della sua provincia di Foggia, è da anni appesa ad una frana. 
La strada che conduce a Castelfranco in Miscano, unico collegamento di Roseto Val Fortore con la Campania e soprattutto attraverso quella via, con Roma dove molti rosetani risiedono per studio e per lavoro, da sempre percorribile praticamente soltanto con fuoristrada, è oggi franata. 
Come Rosetani non residenti siamo solidali con la popolazione di Roseto, con l'amministrazione comunale e con le parole della sindaca, Lucilla Parisi:

"Ora basta. Sono stanca, delusa, rammaricata, arrabbiata, letteralmente presa in giro da tutti. O ci mettono in condizioni di viaggiare in sicurezza o scatenerò il finimondo". AIutateci, non sappiamo più a chi rivolgerci. Rischiamo di restare isolati proprio nel periodo di Natale, alle porte dell'inverno quando potrebbe nevicare. Abbiamo paura, tanta paura, aiutateci, non ne possiamo più. Sono anni che sento parlare di risorse, di fondi per il dissesto idrogeologico, di soldi stanziati per la messa in sicurezza del territorio. Ma dove? Noi ci troviamo con le uniche tre strade provinciali di ingresso al paese ormai ridotte a mulattiere. Sono pericolosissime, soprattutto di notte e in presenza di nebbia, ghiaccio o pioggia. Aiutateci!"

Chiediamo alle autorità preposte di intervenire subito per salvare un gioiello del Subappennino Dauno, uno dei borghi più belli d'Italia, dall'abbandono e dal dissesto del territorio, territorio peraltro di grande bellezza.
English
The roads that lead to Roseto Valfortore have been in conditions at the limit of practicability for decades and some buses also travel along routes that run in conditions of lack of security. 
The road between Roseto and Alberona, the only link in the country with the rest of its province of Foggia, has been hanging in a landslide for years. 
The road that leads to Castelfranco in Miscano, the only connection of Roseto Val Fortore with Campania and above all through that route, with Rome where many Rosetans reside for study and work, which has always been practically practiced only with off-road vehicles, is nowadays collapsed. 
As non-resident Rosetani we are in solidarity with the population of Roseto, with the municipal administration and with the words of the mayor, Lucilla Parisi:
"Now enough, I'm tired, disappointed, regretted, angry, literally mocked by everyone, or put us in a safe condition to travel or unleash the hell." Please help us, we no longer know who to turn to. We risk becoming isolated right in the Christmas period, just outside winter when it could snow. We are afraid, so afraid, help us, we can not take it anymore. For years I have heard of resources, funds for hydrogeological instability, of money allocated for securing the territory. But where? We find ourselves with the only three provincial roads of entry to the country now reduced to mule tracks. They are very dangerous, especially at night and in the presence of fog, ice or rain. Help us! "
We ask the authorities in charge to intervene immediately to save a jewel of the Subappennino Dauno, one of the most beautiful villages in Italy, from the abandonment and disruption of the territory, territory of great beauty.
Questa petizione sarà consegnata a:
  • Presidente della Regione Puglia
    Michele Emiliano
  • Presidente della Regione Campania
    Vincenzo De Luca
  • Presidente della provincia di Foggia
  • Presidente della provincia di Benevento
  • Procura della Repubblica di Foggia
  • Ministero dell'Ambiente

mercoledì 17 gennaio 2018

Mica ceci!



"Papà, da tanto tempo non cucino i ceci; ne ho trovati di pugliesi, buoni buoni, si sono cotti benissimo sono teneri teneri."

"Ah, ceci..."

"Sì, li mangeresti? Li ho fatti anche per te, ma se preferisci i broccoletti, ci sono anche quelli"

"Broccoletti"

"Ok, come non detto"

Questo era ieri sera; stasera non ha voluto nulla

#vitacolpadre99

venerdì 12 gennaio 2018

Cosa hai preparato?

Di solito gli porto la colazione verso le 9-9.30, ma non sempre riesco a farlo alzare.
Torno in camera per vedere se ha mangiato e sì, ha mangiato, ma si è rimesso sotto le coperte e in tal caso spesso non c'è verso di farlo alzare fino all'ora di pranzo.
Lo chiamo allora almeno mezz'ora prima che sia in tavola; deve adempiere con molta lentezza a tutti i rituali che ancora può svolgere da solo e che gli lascio svolgere da solo, ma può accadere che mentre si mette i pantaloni e i calzini si chieda - forse - perché e allora decida di rimettersi sotto le coperte.
Mi tocca quindi chiamarlo, costringerlo ad alzarsi  - e mi sembra una violenza - accompagnarlo a lavarsi e presenziare, altrimenti può accadere che si metta a passare in rassegna le sue scarpe o riparare mattonelle col dentifricio o altro.
"Papà, è pronto in tavola, già da un po', sù, vieni!"
Il siparietto prevede la domanda di rito (come se avesse un senso):
"Cosa hai preparato?"
Ora io capisco che è smemorato, ma mi chiedo: possibile che non si renda conto che io cucino apposta per lui sempre un'unica cosa - l'unica che è disposto a mangiare - e che io stessa ho assunto l'aspetto di una cima di rapa?"
Forse il suo è solo un modo di fare conversazione, all'inglese, ma allora perché non parlare del tempo? Anzi no, per la verità fa anche questo: Che sia bello o sia brutto la domanda immancabile è:
"Ma fuori piove?". Anche se il sole inonda la casa.

#vitacolpadre99

martedì 9 gennaio 2018

A me poco

"Non vieni a tavola? Hai dormito tutto il giorno e a pranzo non hai mangiato niente"

"Cos'è?"

"Una zuppetta di patate e baccalà"

"A me poco"

La scenetta si ripete ogni volta che viene a tavola anche se da mesi lui non mangia quel che preparo per noi, anche se gli ho detto due minuti prima quello che mangerà.
E da mesi, quando mi dice "a me poco" gli metto un'unica forchettata di pasta e broccoletti, al che mi dice:

"Così poco?"

"Non ti preoccupare, ce ne sono altri"

E se ne mangia un bel piatto.

#vitacolpadre99

Matusalemme

"Papà, ti ricordi Attilio?"

"Come no, quel fi..."

 "...lantropo, volevi dire?
Gli hanno intitolato una casa di riposo, pensa te..."

"Non hanno proprio a che pensare!
Chissà se è ancora vivo?"

"Papa, ma che dici? Tu hai quasi cent'anni; lui aveva perlomeno l'età del nonno, forse più! Ecché c'ha, centotrent' anni ???"

"Eh, ce li avrà sì" 🎅🎅🎅
..........
#vitacolpadre99

Campagna elettorale o la fiera della vanità



E' iniziata la gara a chi le spara più grosse...
   Io ho un figlio all'Università, poco più di tremila euro l'anno di tasse se non si fa l'ISEE, ma pure con un ISEE abbastanza alto le si abbatte di più della metà; la Sapienza inoltre le abbuona del tutto per merito. Punto.
   Ho poi anche un padre che sfiora i 99 anni, non affetto da vera e propria demenza, ma disorientato, bisognoso di cura e accudimento costante in ogni piccola attività della vita. Credo di essere in buona compagnia, perché l'Italia è un paese di vecchi che si prendono cura di vegliardi, ma la politica non ne trae le conseguenze né programma il futuro. Semplicemente i vecchi non esistono; sono lasciati totalmente in carico alle famiglie economicamente e psicologicamente. 
   L'invecchiamento della popolazione dovrebbe essere un tema di assoluta priorità politica in quanto emergenza sociale a cui dedicare risorse intellettuali con la ricerca e risorse economiche per l'assistenza e le cure mediche.

domenica 7 gennaio 2018

Arance alla coque

"Ci sarebbero degli altri broccoletti?"

"Sì, vuoi replicare?"

"Ma voi che mangiate? Come le hai fatte quelle uova?"

"Non sono uova, papà; è un'insalata di arance e finocchi".

"Ah, ecco...buono questo vino"

"Non è vino, papà, è Coca Cola...."

#vitacolpadre99

Primavera precoce



"Oggi tempo grigio, papà... tempo da gennaio"

"Eggià, invece siamo a marzo"

"Mar... come no... infatti le mimose sono già fiorite..."

#vitacolpadre99

Carbonaro

"Papà, sù, vieni a mangiare

"Cos'hai preparato?"

"Perché mi chiedi cosa ho preparato, se non mangi niente di quel che preparo? Comunque per te ci sono i  broccoletti"

"Quelli li mangio volentieri"

"Ma va?!"
.....................................

"Che mangiate?"

"Carbonara"

"A me poco o niente"

"Niente; so che non la mangi; sto cuocendo la tua pasta coi broccoletti"

"Ma hai cucinato apposta per me?"

"Papà, sono mesi che cucino apposta per te, perché tu non mangi MAI niente di quello che cucino per noi!"

"Ma che dici?"

#vitacolpadre99

sabato 6 gennaio 2018

Uva Cola

"Buono 'sto vino"

"Ancora?
Papà, è Coca Colaaaa!"

Niente, ormai per lui la Coca Cola si fa con l'uva.

#vitacolpadre99

Egli non gattò


"Papà, guarda oggi non mi sento neanche molto bene, ho mal di gola e sono senza voce, ma è l'Epifania e ho preparato un gattò di patate. L'ho fatto anche pensando a te, perché è morbido, saporito e molto nutriente"; ci ho messo uova, latte, formaggio , mozzarella salamino burro..."

"Ah, buono!"

"Allora lo mangi!?"

"No.
Ci sono broccoletti?"

"Hai voglia..."

#vitacolpadre99


giovedì 4 gennaio 2018

Pepero....Ni


"Papà, oggi pasta coi peperoni."

"Ah, bene, a me piacciono tutte le verdure!"

"Quindi anche i peperoni?!"

....................

"Ma....non mangi?"

"Non ho fame"

Stasera polpette 😆

#vitacolpadre99