lunedì 5 marzo 2018

Favoletta

 C’era una volta…

C’era una volta una grande azienda, con tanti dipendenti. All’ora di pranzo, si ritrovavano tutti per la pausa alla mensa aziendale, situata nel sottoscala. La qualità del cibo non era mai stata eccelsa, ma per lungo tempo non aveva destato serie lamentele. Ma nel corso degli anni si era andata via via degradando, e negli ultimi tempi non si riusciva ad avere altro che un piatto unico di cavolo caldo, francamente disgustoso ed indigeribile. Il malcontento serpeggiava, unanime, dai carnivori ai vegetariani, accomunando gourmet e gente di bocca buona. Un giorno, al momento del rinnovo del contratto per la gestione della mensa, si presentò un nuovo fornitore con una offerta che galvanizzò gli animi:
“E’ ora di finirla con questa porcheria del cavolo caldo (su cui tra l’altro la gestione precedente ha fatto lucrosi guadagni e sporchi intrallazzi)! Noi vi portiamo il nuovo! Stesso prezzo per un abbondante piatto unico, ma altra qualità! Con noi, mangerete ben altro!”
E mostrarono il nuovo piatto unico: una fumigante scodella di merda.
I dipendenti si divisero in due gruppi: chi vedeva finalmente la possibilità di cambiamento, e chi storceva il naso (è il caso di dirlo).
“Scusate ragazzi, ma questa sembra proprio merda”, dicevano gli uni.
“Siete vecchi e attaccati alle consuetudini (e magari fate pure affari di nascosto col vecchio fornitore); non è corretto dire che sia merda prima di averla assaggiata. Proviamola, sarà sempre meglio di quello che c’era prima”, rispondevano i portatori del nuovo che avanza.
“Veramente, non pare ci sia bisogno di assaggiarla per sapere di che si tratta. Basta annusarla; è merda. E allora è meno peggio il cavolo caldo”.
“Basta con questa logica del meno peggio. Proviamo il nuovo, sarà sempre meglio”. 
La scelta fu messa ai voti: a larga maggioranza, tra inni al cambiamento e sfottò per l’immobilismo conservatore dei cavolocaldi, si decise di provare la novità. Anche la direzione subì il contraccolpo, e alla testa dell’azienda i favorevoli alla nuova gestione soppiantarono la vecchia guardia.
Così, per lungo tempo (la storia, purtroppo, non dice quanto lungo) i dipendenti della grande azienda mangiarono merda. 
Quelli che avevano votato a favore del nuovo si consolavano pensando ai tempi del cavolo caldo, che veramente era una porcheria, e intanto trangugiavano il nuovo prodotto.
Quelli che avrebbero preferito il cavolo caldo alla merda cambiarono azienda appena possibile.
Nel giro di breve tempo l’azienda si trovò completamente nella merda. I dirigenti dissero che la colpa era di quelli che non avevano a suo tempo saputo produrre niente di meglio del cavolo caldo.
E continuarono a mangiare patè de foie gras e bere champagne nel ristorante sulla terrazza riservato ai funzionari e ai manager.

La morale non c’è – o se c’è, trovatevecela.

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