martedì 30 agosto 2022

Il gatto e la volpe



Da settimane non si vedeva, chissà dov’era.
La notte scorsa un verso stridulo ha fatto sobbalzare la mia gatta acciambellata su un divano, che è corsa sul terrazzo, curiosa e vigile: la volpe è tornata.
   Quando cala la notte il nostro parco diventa territorio suo. Furtiva, scavalca il muretto, sguscia tra le sbarre ed entra nel suo regno.
Non è sola; ha iniziato una danza intorno a un micio accovacciato nel prato che non pare darle molta importanza, salvo soffiare se si avvicina troppo.
Ad un certo punto, forse richiamata dal suo verso, un’ombra furtiva sguscia dalla recinzione: un’altra volpe, bella, coda folta, la raggiunge e il micio sempre impassibile.
Li ho osservati a lungo, con vera gioia

domenica 3 luglio 2022

La finestra sul cortile





Passo del tempo in cucina sfaccendando e dalla mia finestra vedo passare stagioni, persone, vite…

Le vite degli altri.

Da qualche settimana mi turbava dolorosamente quella luce accesa ogni sera all’ora di cena in una camera da letto, dall’altra parte del cortile. Mi pareva il segno di una sofferenza, mi faceva ripensare a mia madre, In effetti non vedevo da tempo la signora mia coetanea, una conoscente, condomina da circa trent'anni, non un'amica, ma una persona cordiale e franca con cui ogni tanto avevo scambiato qualche parola.
La immaginavo dedita ai nipotini che le davano tanta gioia. E ora? Chi erano quelle persone che si affaccendavano sul balcone? E lei dov'era? Era forse malata?
Era forse allettata?
Per una forma eccessiva di discrezione non ho osato chiedere. Ma no, mi sbagliavo certamente, mi facevo un film, per una luce accesa, eppure, i segni…
Rivivevo ogni sera con una fitta al cuore alzando lo sguardo gli ultimi giorni di mia madre, in un letto, inerte e ho sofferto e pregato di sbagliarmi, ma tutto era eloquente: l’indaffararsi delle badanti e quella luce accesa a volte anche di notte come una stilettata quando nelle mie insonnie notturne mi affacciavo alla finestra…
Oggi ho saputo che lei ieri se ne è andata, in questa calura; che giornata triste
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venerdì 13 maggio 2022

A busto intero e a cavallo !


Oggi sveglia  alle 6.45: faccio il caffè, poi metto a bagno le vongole, metto sotto limone le alici, nutro la gatta, mi doccio, mi vesto, rimuovo l’holter pressorio a mio marito ed esco. 
Passo al forno a prendere la focaccia di cui sono ghiotti e poi eccomi al Santa Lucia a restituire l’holter. Passo al mercato, non si sa mai che trovi parcheggio. Lo trovo e vado finalmente a buttare ben quattro litri di olio esausto (ci sono gli appositi raccoglitori). 
Visto che sono al mercato dopo mesi che non ci andavo, che faccio? Zuppa di pesce! 
Compro tutto il pesce necessario e rientro: alle dieci sono a casa. 
Due parole crociate per rilassarmi, poi abluzioni del coniuge, rassetto la cucina, apro le vongole e condisco le alici marinate: per pranzo aspettiamo la zia.
Stasera zuppa di pesce. 
Una mattinata tipo. 
Ecco perché il monumento lo voglio a busto intero e a cavallo!

 

giovedì 24 febbraio 2022

Sauvignon, il gattino che ci salvò dall'orrore della guerra


     La guerra scatenata da un giorno all'altro in Ucraina da Putin mi riporta alla mente i giorni della guerra nella ex Jugoslavia.  Provo la stessa angoscia, lo stesso smarrimento, perché anche allora mi pareva impossibile che nella civile Europa si potesse riaffacciare la guerra.  

       Ricordo che all'epoca ero stata da poco in vacanza tra Slovenia e Croazia,  in una atmosfera di piacevole ospitalità,  di grande fermento economico e turistico, di un certo benessere, soprattutto in Slovenia e sulla costa.  Nel giro di qualche anno, gli odi mai sopiti tra quelle etnie scatenarono una carneficina. Ricordo che per la prima volta pensai: se è successo a loro può succedere in ogni momento anche a noi; la pace e la libertà sono fragili doni. 

    Proprio in quei giorni capitò nella nostra vita un gattino. Era uno di due cuccioli di una bella gatta che viveva nel nostro parco e che purtroppo a causa dei maltrattamenti di alcuni bambini che preferisco non definire aveva subito una lesione al midollo.  Lo portai da uno e poi da un altro veterinario, ma non ci fu niente da fare: era irrimediabilmente paralizzato alle zampe posteriori. Decidemmo allora di tenerlo con noi. La cura di quella fragile vita mi appariva come un riscatto contro la violenza insensata della guerra.  Visse con noi sei anni,  alimentando la nostra gentilezza e ricambiandola. Lo chiamammo Sauvignon.

Non abbiamo che la gentilezza  per dirci umani