giovedì 28 settembre 2017

Le Mortadelle

Un tempo noi eravamo i vecchi.
Sessant'anni...un traguardo mica per tutti.
Oggi la vita si è allungata; i novantenni in buona salute sono molti e i centenari non fanno più notizia. Noi sessantenni quindi da vecchi siamo declassati a maturi; molti poi si ritengono addirittura giovani; quest'epoca giovanilista rifiuta il concetto di vecchiaia e ci vuole tutti attivi, lavorativi, vivaci sessualmente e addirittura procreativi a sessant'anni.



Peccato che la biologia abbia i suoi tempi che sono più lenti di quel che la società attuale vorrebbe.
Noi donne a sessant'anni siamo mediamente in menopausa da una decina d'anni, il che significa che siamo più fragili fisicamente e psicologicamente, che abbiamo il desiderio di ripiegarci un po' su noi stesse, dedicarci tempo e pensieri, ma questo tempo per noi, questa stanza mentale tutta per noi spesso non l'abbiamo perché impegnate in un lavoro di cura in due direzioni, verso i figli e verso i genitori.
I figli hanno i loro egoismi giovanili, presi come sono dalle loro attività, sono come trottole che passano ogni tanto per casa per lasciare biancheria sporca e svuotare il frigo.
I vecchi ultranovantenni, spesso in buona salute (ma ciò nonostante bisognosi di molta cura quotidiana), hanno il loro egoismo senile che li rende sordi e ciechi ad ogni altra esigenza che non sia la loro e si impegnano anima a corpo a complicarci la vita con paturnie e capricci.
Noi in mezzo, tra lavatrici, piatti, cucina, mentre vorremmo solo digiunare raggomitolate in un angolo col libro che dobbiamo finire da mesi.

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