sabato 2 dicembre 2017

Spaghetti ruvidi di grano duro dell'Azerbaijan trafilati a bronzo al nero di seppia delle Cicladi con fumetto di cicale vergini e odori dell'orto...

Mio marito ama cucinare. Purtroppo.







Non cucina soltanto.
Il sabato ama andare al mercato, scegliere il pesce e poi cucinarlo, ma non come farei io - due spaghetti alle vongole, alle cozze, un pesce al forno - no.
Troppo semplice.
Se spaghetti devono essere, devono avere almeno tre ingredienti diversi, chessò, vongole, mazzancolle e calamaro; cozze, fasolari, crema di fagioli e scaglie di pecorino, ecc.
Quando torna a casa dal mercato intravvedo nel suo occhio cosa ha in mente. E tremo:
Si mette subito all'opera: sbuccia cipolle, scalogni, carote; sparge gambi di sedano e prezzemolo, pepe, carapaci, e, rigorosamente a tutta fiamma in modo da essere sicuro di carbonizzare i manici, mette sù il fumetto di pesce. Utilizza variamente altre dodici pentole; affetta pane e tovaglie; sbriciola dappertutto; occupa ogni piccolo spazio del piano di cucina con ogni sorta di recipienti, tutti lasciati rigorosamente sporchi affinché abbia io l'onore di lavarli.
Oggi Spaghetti al nero di seppia con fumetto di cicale di mare.
Per mio padre ovviamente pasta e broccoletti...
#vitacolmarito66


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